FESTIVAL LONIGO POSTOUNICO
SEVEN CHANCES
Un esordio davvero sorprendente per il festival estivo “Lonigo Postounico” grazie allo spettacolo musicale di Mauro Ottolini con la Sousaphonix, che ha accompagnato dal vivo il film muto, Seven Chances (“Le sette probabilità”) che Buster Keaton realizzò nel 1925. Su un maxischermo alle spalle della coloratissima orchestra si è proiettata la pellicola con protagonista il divo del muto, con didascalie in lingua originale e sottotitoli in italiano, mentre la Sousaphonix di Ottolini sonorizzava le scene.
La partitura, adattata dallo stesso Ottolini, è una proposta di classici del jazz e musica degli anni Venti e Trenta, con ragtime e musiche d’autore. Un vero e proprio tuffo nell’epoca tra la Lost Generation incarnata dallo stralunato “Jimmy” Buster Keaton e dalla schiera di signorine flapper, papabili mogliettine del giovane scapolo.
Cinema e musica in perfetta coordinazione, con arrangiamenti originali, improvvisazioni estemporanee, effetti speciali e composizioni quasi dimenticate tratte dal repertorio ragtime.
Uno spettacolo davvero straordinario che nei prossimi mesi sbarcherà anche all’Umbria Jazz.
GLI AMORI DI SHAKESPEARE
Per il secondo appuntamento, il festival “Lonigo Postounico” si è spostato nel luogo che dall’alto guarda Lonigo silenzioso: la Rocca Pisana. Struttura inconfondibile del Rinascimento Veneto, la villa sormontata dalla cupola ottagonale fu progettata dal giovane architetto vicentino Andrea Scamozzi, allievo del Palladio. “Gli amori di Shakespeare” è lo spettacolo ospitato da questo luogo, per una convergenza di ricorrenze che accomuna il poeta inglese e l’architetto vicentino.
Il 1616 è stata infatti la data della morte di entrambi. Ad inscenare una delle opere meno conosciute di Shakespeare, noto più per le sue opere teatrali che per la lirica d’amore, sono stati un gruppo di ballerini che per le coreografie di S. Bertoncelli e per la regia di A. Anderloni hanno accompagnato il pubblico in un percorso di cinque quadri narrativi attorno alla villa.
Di certo la vicinanza agli artisti ha consentito un forte coinvolgimento emotivo perché ha consentito di vedere da vicino le loro espressioni e i loro movimenti, in un qui ed ora irripetibile del contesto. L’unica distanza che potrebbe essersi creata deriva dall’uso della lingua inglese per declamare i sonetti in lingua originale: c’è chi l’ha apprezzato come un salto culturale imprevisto a Lonigo, chi invece si è sentito precluso ad una completa comprensione, pur apprezzando le straordinarie sonorità della lingua shakesperiana.
VIAGGIO IN ITALIA
La cornice palladiana di Villa Pisani-Bonetti ha ospitato il terzo spettacolo della rassegna. Con “Viaggio in Italia” è arrivata anche l’occasione di conoscere nell’azione teatrale il direttore artistico Alessandro Anderloni, accompagnato sul palco dalla cantante Raffaella Benetti e dal fisarmonicista Thomas Sinigallia. Uno spettacolo, un po’ reading e un po’ operetta, dal sapore internazionale per gli assaggi di letture in lingua originale di autori che nei secoli passati hanno avuto la fortuna di vivere il mito del Grand Tour. L’espressione indica la moda e il sogno inseguito da numerosi europei benestanti che per completare la propria istruzione compivano un viaggio nel Bel Paese, patria delle lettere e della civiltà antica. Anderloni ha così preso le vesti ora di Goethe, narrando il suo Italienische Reise, ora di Montesquieu, arrivato qualche decennio prima per il suo Voyage en Italie, del letterato inglese Forster e infine di Guido Piovene, che negli anni Cinquanta ha compiuto il suo Viaggio in Italia per la neo-nata Rai.
Ognuno di questi autori ha attraversato a penisola visitando e raccontando l’arte, la cultura e la natura. A cesellare i passi letterari numerose canzoni ispirate ai luoghi descritti.