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Sadako Seki: omaggio a Lonigo


Un caloroso omaggio alla città di Lonigo quello si Sadako Seki, che dopo 40 anni ritorna al Teatro Comunale dove nel 1977 aveva vinto il concorso per aspiranti cantanti lirici. E proprio di omaggio si tratta per il fatto che la celebre soprano ha voluto celebrare la ricorrenza sostenendo tutti i costi, dal gruppo degli artisti giapponesi partecipanti all’organizzazione, promozione e affitto del Teatro.

Sadako Seki con la sua voce graziosa e ricca di sfumature ma nello stesso tempo dominante e drammatica, rè riuscita ad emozionare e coinvolgere i presenti.

A Lonigo sul palco accanto a lei sono saliti: i soprani Rieko Arai, Yui Kakimoto, Kishiko Katogi, Yoshiko Kobayashi, Takako Sakano, Mari Shibata, Miyako Shimazu e Hiromi Watanabe. E ad affiancarli, la mezzosoprano Hisako Natsume, e i pianisti Ayako Ono e Saiko Tsuzuk

Prima dello spettacolo abbiamo avuto l’onore di intervistare la soprana giaponese.

Quando è nata la sua passione per la musica e quando ha capito che voleva diventare una cantante lirica?

«Avevo 17 anni, ero in secondo anno della Scuola Superiore quando cappi che il mio mondo era la musica.. Da quel momento ho dedicato tutto il mio tempo al canto, cercando di migliorare e perfezionare la mia voce ogni giorno sempre di più.


Quale paese e città sono stati i più importanti per la sua carriera artistica?

«I miei primi passi li ho fatti in Giappone, la mia terra nativa ma è l’Italia il paese che porto nel mio cuore. A Milano ho avuto il privilegio di conoscere il Maestro Maria Carbone. Sempre in Italia l’incontro con il Maestro Ettore Campogalliano del Conservatorio di Mantova è stato molto importante per la mia carriera artistica».


Nel maggio 1977 ha vinto il premio di “14esimo Concorso internazionale di canto” cosa ricorda di quel giorno?

«Sono passati 40 anni, le emozioni di quel giorno… Mi ricordo che dalla finestra del teatro avevo osservato la chiesa ubicata di fronte, era in corso un funerale, in quel momento pensai che una vita se ne era andata e ho pensato di quanto è bella la vita, dentro di me mi dissi che dovevo cantare, narrando la vita».


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