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Ciao Isetta, ci mancherai


C’era tutta Monticello, ai funerali di Elisa Soldà Cazzola, la Isetta della “Malgari”, scomparsa alla metà di marzo dopo una lunga malattia. Ma in chiesa, per l’ultimo saluto, c’era anche tanta gente da fuori, clienti dell’antica trattoria dei Berici divenuti nel corso degli anni amici della Isetta e del marito Piero, due gestori speciali che tenevano viva con passione una felice tradizione, ormai entrata per sempre nel ricordo.

L’osteria della Malgari era un luogo incantato che fino a qualche anno fa ha resistito alle insidie della modernità rimanendo uguale a se stesso, esempio concreto di quello che erano un tempo le nostre contrade.

Dalla Malgari si trovava, intatto, il sapore delle antiche osterie: un fabbricato rurale, la pergola con l’uva, il gioco delle bocce, i tavolini rotondi e le sedie intrecciate con il filo di plastica. Dentro, un solido bancone di formica, mobilio in coordinato e, nella sala più grande, una vecchia credenza con le antine di vetro per riparare le stoviglie dalla polvere. Ma, sopratutto, la gentilezza di Isetta e di Piero, la loro accoglienza, sempre diretta e sincera. E poi i manicaretti che la Isetta sapeva preparare, le stratosferiche lasagne coi bisi, l’immenso baccalà con la polenta. A pranzo finito, il caffè fatto con la cogoma e, a richiesta, un cicchetto di grappa o un goccio di amaro serviti da Piero, poco che dopo vi fa male. Poi ci si sedeva fuori a prendere il fresco, a chiacchierare mentre la luna faceva capolino tra le fronde degli alberi, a bearsi di un’occasione magica che, ahinoi, sentiamo di aver perduto per sempre. L.Z.


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