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Le mie “Cape”: ricordi scouts di Vera Chiampan


Gennaio 1951. Giorno della promessa

Da sinistra, in piedi: Silvia Mainardi, Mary Melotto, Natalina Frasca, Flaminia Frigo, M.Pia Mainardi, Vera Chiampan, Ivana Mazzardo,

Silvia Brendolan, Lucia Cera, Giusy Frasca e Claudia Mainardi. Accosciate, da sinistra: Graziella Manfrin, Luigina Zanuso, Diana Borchia


Le mie “Cape” erano severe e naturalmente si imponevano su di noi ragazzine: e dico che facevano bene il loro dovere. A volte una di loro usava il sorriso, l’altra invece la convinzione: il risultato era positivo.

Siamo nate, noi Guide degli anni Cinquanta dell ’Agi, in Via San Francesco, dove c’era una bella chiesetta…che non c’è più.

E lì abbiamo fatto la solenne promessa. Poi… ci hanno messo “dalle Orfanelle” cioè in una piccola sede, un po’ scura ma abbastanza intima, raccolta e al suono delle campane… (eravamo vicine alle corde…delle belle e sempre piacevoli suonate). Spesso si andava in cerca di un certo Alfredo che aveva un aggeggio speciale (il pirografo) con cui si poteva, bene armeggiato e poi doverosamente restituito, fare i nostri capolavori!! Sì, perché bisognava allestire la sede, da cima a fondo.

Creare gli angoli di Squadriglia… ed essere anche un po’ competitive. Bisognava essere in armonia (tra Genziane, Rododendri e Stelle Alpine) ma… sempre in attività. Il lavoro manuale si faceva in sede: e così vennero create le panche, i tavoli, gli sgabelli e poi uno scudo. Sì, mi ricordo proprio questo scudo di cuoio, comperato con soldi…


(segue su #AREA3news n°93 gennaio 2019)

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